Liberamente ispirata al titolo dell'ultimo libro del filosofo Jacques Derrida - L’animale che dunque sono - la personale di Mattia Sinigaglia in corso alla A plus A Gallery è dedicata alla relazione atavica e imprescindibile tra uomo e animale. L'opera dell'artista rivela una consapevolezza della storia delle forme e dei simbolismi legate al mondo animale che trae origine dalle rappresentazioni preistoriche di animali in luoghi come Lascaux, Chauvet o Cosquer, ed è forgiata dallo studio partendo dal mondo greco e romano, e dalle prime grandi civiltà, passando per il Medioevo e il Rinascimento, fino ai tempi del capitalismo e della tecnica, del Modernismo e dell'Arte Concettuale. Nella visione di Sinigaglia, nel corso dei millenni gli umani si sono sempre più focalizzati sulla propria specie emarginando gli altri animali e l’animismo, allontanandosi dal modello della natura ed ampliando in modo esponenziale la distanza tra sé e gli altri esseri viventi fino a perdere irrimediabilmente il legame originario  dei tempi delle caverne, ma poiché l’arte non è soggetta solamente ad uno sviluppo evolutivo, ed è perfetta sin dalle sue origini riconducibili a quei primi segni tracciati sulle rocce, sin dalle sui origini l’incontro con l’animale è essenziale per l’arte.